CHI DI VOI È SENZA PECCATO?
Gv 8,1-11
La parabola del Padre misericordioso di domenica scorsa trova subito qui una sua applicazione concreta e una continuazione. Lì il fratello maggiore se ne stava nei campi a sfacchinare e a rimurginare la sua voglia di capretto. Qui, invece, i fratelli maggiori, farisei e scribi, sono andati letteralmente a caccia di qualche prodigo sperduto. Per riportarlo a casa e…mettere sotto accusa Gesù, così somigliante a quel Padre misericordioso…
Dopo una notte di preghiera, mentre sta insegnando alla folla, Gesù viene interrotto dal caso scandaloso: «una donna sorpresa in flagrante adulterio». Farisei e scribi, ormai, lo conoscono bene: gli portano sotto gli occhi non un caso, un’ipotesi, come quello della donna che è andata in moglie a sette fratelli (Lc 20,28-33), ma una donna vera, probabilmente seminuda, comunque non proprio presentabile, appena strappata da un abbraccio peccaminoso…qui ti voglio! Avrai il coraggio anche ora, a queste condizioni, di metterti dalla parte dei più deboli, di accogliere i peccatori? I farisei-scribi sono certi di aver posto in scacco Gesù: o si mette contro Mosè o fa violenza a sé stesso e al suo insegnamento, rinnegandone il cuore. Il giudizio si svolge sotto gli occhi del popolo. «Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra». Il silenzio, i gesti, brevi frasi in questo episodio costituiscono le diverse parti dell’insegnamento di Gesù. Il gesto di chinarsi e di mettersi a scrivere per terra ha un effetto immediato di creare suspence. Gesù non risponde direttamente; non si pone sullo stesso piano degli avversari. Li aggira, li circonda, li sconcerta facendo qualcosa di inaspettato. Gli chiedono di “dire” e Lui scrive. Senza guardarli, sembra. Ma tutti si sentono scrutati. La donna, forse, solo in questo momento ha il coraggio di alzare gli occhi. I farisei e gli scribi cominciano a guardarsi intorno stupiti e confusi. La gente sta in attesa. E tutti, compresi noi, puntiamo lo sguardo sul dito di Gesù e cerchiamo di vedere o di immaginare o di indovinare cosa sta scrivendo. Il silenzio era necessario per distogliere l’attenzione da ciò che ognuno stava pensando. Mentre tutti sono ancora sconcertati, arriva la mazzata, preceduta da uno sguardo che non ammette repliche: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei!». Scacco matto. Per tutti. Tranne che per la donna. E giù a riscrivere per terra. I farisei avevano impresso, pubblicamente e senza reticenze, l’etichetta di peccatrice condannata e degna di morte su questa donna. Ora si sentono interpellati da Gesù per mettere in piazza la loro innocenza, la loro purezza. Tutti sapevano che i farisei erano irreprensibili, ma quanto ad essere innocenti…! Lo sguardo di ogni astante non poteva che seguire quello scrutatore del Maestro, che conduce-costringe ognuno a guardare dentro sé stesso: «Tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo mi insegni la sapienza» (Sal 51,7); «Può il mortale essere giusto davanti a Dio o innocente l’uomo davanti al suo Creatore?» (Gb 4,17). Denudati dalle parole di Gesù, i più anziani vedono scorrere la loro vita come un filmato davanti ai loro occhi. No, non possono sentirsi innocenti. I giovani di solito sono più presuntuosi, ma non possono arrivare a tanto, neanche loro. Tutti fanno un esame di coscienza senza ipocrisie! Alcuni forse per la prima volta. Il fatto curioso è che se ne vanno tutti! Eppure, Gesù non aveva detto “…chi invece ha peccato, se ne vada!”. Perché se ne vanno tutti? L’importante è che noi non ce ne andiamo. Non basta riconoscersi peccatori per essere salvati! Bisogna anche riconoscere in Gesù il Salvatore e stare con Lui per permettergli di liberarci.
«Rimase solo Gesù con la donna». L’incontro con Gesù è sempre personale. Deve arrivare ad essere personale. Gesù vuole che TU lo guardi, senza interferenze. In mezzo alla scena c’è solo Gesù e la donna. La donna è l’unica a non andarsene, a non scappare. Non ha niente da nascondere: si sa, si vede che lei non è senza peccato. Davanti a lei c’è l’unico Innocente. Ma essa non ha paura di essere lapidata da Gesù. «Gesù le disse: – Donna!…». Egli chiama allo stesso modo anche la sua santissima Madre! (cfr. Gv 2,4; 19,26). L’accoglienza, il perdono, la misericordia di Gesù restituiscono a questa donna la sua dignità e la sua innocenza. Egli la riabilita pienamente, la fa rinascere. Convertirsi non significa fare lo sforzo di cambiare vita. Ma fare lo sforzo di andare da Gesù e di stare con Lui. Sarà Lui che ci donerà una vita nuova e ci abiliterà a viverla da salvati, con il suo perdono sempre davanti agli occhi.